martedì 31 gennaio 2012

I tecno-bocconcini finalisti - seconda parte

Continua dal post I tecno-bocconcini finalisti - prima parte.

Migliori applicazione per la geolocalizzazione (categoria nuova)
Airbnb: ne ho già parlato l'anno scorso, è, a mio avviso, un eccellente social network dedicato ai b&b (tipo tripadvisor ma specializzato), inizia ad essere utilizzato in modo consistente (e quindi utile) anche in Italia.
Foursquare: stranoto, non necessita di commenti, è quel social network che infesta gli altri social network informando sull'ingresso dei propri contatti in determinati luoghi.
Grindr: è un social network esclusivamente riservato agli uomini a cui interessa geolocalizzare altri uomini (oltre 3 milioni di utenti in 192 paesi!).

RunKeeper: social network per gli sportivi, geolocalizza le attività sportive, le condivide in una timeline, permette di partecipare a sfide e molto altro. Non l'ho ancora provato (uso Endomondo e devo dire che non è niente male), ma magari qualche uscita la farò in sua compagnia.
Uber:  è una specie di servizio prenotazione "taxi" attraverso il cellulare (con sms o un app). Al momento è attivo solo negli Stati Uniti. Anche il pagamento avviene tramite il servizio, direttamente sulla carta di credito (mancia compresa, che negli Stati Uniti è dovuta).

Miglior applicazione per tablet (l'anno scorso ha vinto Flipboard)
djay:  sistema dj che si integra con itunes (solo per il mondo Apple)
Eventbride: è un sistema per acquistare biglietti per eventi (attivo per l'Italia, anche se per ora non ci sono molti eventi)
Fotopedia: di fotopedia ho parlato più volte. E' un social network costruito intorno alle immagini, da cui nascono pubblicazioni monotematiche sotto forma di app per i tablet (per es. una su Parigi e una sul Giappone, ma non manca - ovviamente - quella sui gattini). Il format prevede la narrazione per immagini  associata a testi presi generalmente da wikipedia (format "magazine") e trovarvi foto belle e significative non è un evento raro. Fateci un giro, ne vale veramente la pena. Assicuratevi di aver abbastanza tempo a disposizioni per poter viaggiare un po' al suo interno... è facile perdersi...
GarageBand: è un'applicazione che si può ormai definire storica per il mondo Apple, dedicata alla creazione di brani musicali. E' in questa categoria perché disponibile anche in versione per ipad e iphone.
Netflix: ne parlo per amore della cronaca, perché funziona solo negli Stati Uniti e nel Canada. E' un servizio online con canone mensile per telefilm e video con tariffa flat (7.99 dollari al mese). E' fruibile sostanzialmente con qualsiasi dispositivo in grado di connettersi a Internet (in realtà comprende anche l'invio di DVD).
StumbleUpon: è un sistema magnetico e meraviglioso (tremendamente "addictive"...) per trovare siti web interessanti. E' un motore di ricerca che pesca solo tra i siti che sono stati votati dagli altri utenti. Ne ho già parlato circa quattro anni fa, se inizi a usarlo non riesci a smettere. Quindi, attenzione, è pericoloso. Seriamente.

Per stasera mi fermo qui, nel prossimo post: miglior design, startup e forse anche servizi cloud.



lunedì 30 gennaio 2012

Donne e social network

Molto interessante questo articolo di Douglas Idugboe, che riepiloga i dati di uno studio effettuato dalla Pew Internet and American Life Project sull'uso dei social network. Il risultato è inequivocabile: le donne, secondo lo studio, sono maggiormente presenti nei social network degli uomini, sia in termine di numero di iscritti che di attività online. Non solo, ma fanno anche più acquisti online.
Qualche dato: lo studio ha riguardato 2000 americani (che per questo tipo di studi non è un valore piccolo, dicono), ha rilevato che nel 2008 solo il 26% degli adulti e il 34% degli utenti di Internet usavano i social media. Nel 2010 questi due valori salgono, rispettivamente, al 47% e al 59%. Inoltre, l'età media passa da 33 a 38 anni. Il 56% del totale degli utenti dei social network è donna. In tutti i social network considerati dallo studio, con l'unica eccezione di Linkedin (63% di uomini verso 37% di donne), la percentuale di donne iscritte supera quella degli uomini (v. immagine).
Infatti, il 58% degli utenti di Facebook e il 64% di quelli di Twitter è di sesso femminile. Non solo: le donne utilizzano maggiormente il pulsante "like" e condividono maggiormente le immagini.

Questo è quanto accade oltreoceano, e qualsiasi sia il motivo (sento già l'eco dei luoghi comuni), l'unica cosa che conta, come sottolinea l'autore, è che così è.
E a me non sembra affatto una brutta cosa.

domenica 29 gennaio 2012

I tecno-bocconcini finalisti del 2011 - prima parte

Ultima sera per votare i finalisti del Crunchies 2011. Come sempre la lista dei candidati è molto interessante (e sempre più lunga), un buon momento anche per scoprire siti, servizi e prodotti. Qui di seguito una piccola sintesi per alcune delle categorie.

Miglior tecnologia
L'anno scorso ha vinto la Google Self Driving Car, quest'anno arrivano vicino al podio:
Lytro: è una macchina fotografica basata su una tecnologia che permette di mettere a fuoco le fotografie DOPO averle scattate. In pratica, in uno scatto registra le immagini su più piani, consentendo in un secondo momento di scegliere quello desiderato. Semplicemente geniale (soprattutto se penso a tutte le foto di momenti memorabili buttate via perché l'unico scatto, preso in tutta fretta, era sfuocato).
NFC: Near Field Communication. In parole semplici, è una tecnologia che permette a due dispositivi di comunicare avvicinandoli. Le applicazioni sono molteplici e solo limitate dalla fantasia. Forse la più nota è quella utilizzata da Google su alcuni telefoni Android e già operativa in via sperimentale negli Stati Uniti: la possibilità di utilizzare il cellulare per pagare avvicinando il telefonino al lettore di carte di credito.
OnLive: una tecnologia figlia della cloud, permette di giocare con i giochi più famosi sfruttando la tecnologia della nuvola. In pratica, è una piattaforma che consente di giocare via internet a qualsiasi gioco (disponibile) utilizzando il dispositivo che si preferisce in quel momento (computer, TV, tablet...).
Siri: su Siri non dico nulla perché la pubblicità in televisione credo che abbia edotto ormai anche i muri...
Tesla Flat Pack Battery: batterie per auto elettriche poste nella parte inferiore della macchina. Il progetto è molto interessante: rivoluziona il design dell'auto. Liberando spazio, la parte davanti dell'auto diventa un portabagagli e quella dietro può essere usata come spazio per ulteriori posti a sedere. Consiglio una visita all'articolo su TechCrunch e alla visione del video.

Miglior applicazione "social"
L'anno scorso ha vinto Daily Booth, un social network per raccontare in modo istantaneo al mondo la propria vita utilizzando fotografie. Un social network che ha preso piede soprattutto tra i giovani (anche perché è un sistema che facilita la socializzazione con "nuovi amici").
Quest'anno la lista comprende:
Facebook Timeline: non ho ancora avuto modo di capire se mi piace o no, anche se quest'idea di "tutta la vita" davanti mi inquieta un po', comunque volenti o nolenti dal 5 febbraio tutti gli iscritti a Facebook la conosceranno perché sarà applicata di default ai profili, quindi non mi dilungo.
Instagram: software gratuito per fotografare, rielaborare e condividere le immagini. Ha diverse caratteristiche interessanti.
Google+: è il social network di Google, ha introdotto alcune innovazioni molto interessanti, come l'idea delle cerchie (che io trovo semplicemente geniale) e l'integrazione con i mezzi di produttività. Io lo trovo ancora un po' acerbo, ma c'è ampio spazio di crescita.
The New New Twitter: il nuovo twitter allarga le alucce, non solo più la cronologia con le sue citazioni, le parole chiave, ma anche una piattaforma video per trasmettere eventi e alcune importanti acquisizioni. Insomma, c'è fermento, abbiamo un lungo anno davanti per vedere se continuerà a crescere ai notevoli ritmi tenuti quest'anno.
Path 2.0: è una specie di social network, non molto diverso da Facebook per certi aspetti, per condividere con altri foto, momenti della giornate, pensieri. Bisognerebbe provarlo per capire quali siano le potenzialità per cui uno dovrebbe preferirlo a uno dei molti già esistenti (questi social network: pensi sempre che ce ne sia già da vendere, e ogni tre per due ne nasce uno nuovo...), quel che si capisce dal video però è che ha una grafica decisamente migliore e un'usabilità notevolmente superiore alla pessime applicazione mobile di Facebook.

Miglior applicazione mobile
Evernote: un sistema estremamente rapido e semplice per annotare idee, appunti, immagini, link, registrazioni audio, organizzandoli in categorie (i taccuini) che possono essere condivisi. Si sincronizza automaticamente tra mobile, online e applicazione desktop. Io lo uso ormai da più di un anno e credo che faticherei a fare senza: semplice, immediato, terribilmente utile. E' possibile anche inserirlo nelle procedure di iftt, per cui, per esempio, quando effettuiamo una determinata azione, questa può generare in automatico una nota in un taccuino prestabilito su evernote.
Flipboard: lettore di feed che li organizza in modo graficamente molto gradevole. Rende la lettura degli articoli aggregati mediante feed rss decisamente molto piacevole e ha fatto scuola: sono nati diversi feed-reader per dispositivi mobile che hanno messo al centro l'esperienza estetica della lettura nella visualizzazione. Era ora, gli utenti ringraziano.
Pandora: aggregatore di musica basato sulle radio. Sarebbe molto interessante, sennonché in Italia non funziona (ancora).
Spotify: è un software che permette di scoprire e ascoltare musica basandosi sulle dinamiche dei social network.
Square: è un dispositivo/software che permette di trasformare i dispositivi mobile in lettori di carte di credito, in modo da ...potersi far pagare ovunque. Il sistema mi pare molto interessante, soprattutto immaginandolo applicato ai liberi professionisti.
TaskRabbit: sistema curioso e interessante, l'idea è "scarica a qualcun altro il lavoro che dovresti fare tu, così avrai più tempo libero", nella pratica è un sistema di job placement piuttosto evoluto. Si invia la propria richiesta (es. necessità di qualcuno che faccia la spesa, un idraulico, pulizia della casa...) e il sistema propone una serie di candidati disponibili che rispondono ai requisiti richiesti. Se si accetta, si mette in moto il sistema e solo al termine della prestazione si paga TaskRabbit online.

Fine della prima parte.

sabato 28 gennaio 2012

Quando il palazzo si muove...

Oggi c'è stato l'ennesima piccola scossa di terremoto nella pianura padana, sentendo il palazzo muoversi, invece che pensieri negativi, mi sono curiosamente venuti in mente per associazione gli edifici progettati per muoversi e adattarsi all'ambiente (certo, la scossa qui era lieve, altrimenti altro che pensieri alternativi...).  E' cosa ben diversa, ma riuscite a immaginare di vivere in una casa che a seconda delle condizioni atmosferiche, cambia la copertura, sposta le pareti, apre e chiude pannelli che fanno entrare l'aria e la luce, ruota il pavimento e cambia lo scenario fuori dalla finestra? L'idea per quanto inquietante, mi affascina. Nicholas Negroponte anni fa aveva coniato anche un termine apposito, l'architecture responsive, per descrivere questo tipo di edifici, in grado di modificare la forma rispondendo a stimoli esterni. Gli esempi molto suggestivi sull'argomento non mancano, qui di seguito una selezione assolutamente non esaustiva di alcuni progetti che mi hanno colpito. Altre informazioni e aggiornamenti si possono trovare nel sito Kinetic Architecture, consiglio una visita alla sezione building.

La Kinetower di Kinetura
Una meravigliosa e poetica costruzione che risponde alla luce solare. Per maggiori informazioni questo il sito del team Kinetura.



La torre rotante di David Fischer 
Si muove per adattarsi al vento e al sole, ha un sistema di generazione di energia, con turbine e pannelli solari che lo rende indipendente energeticamente. David Fisher, di origine italo-israeliana, ha progettato una serie di torri rotanti, estremamente suggestive. Qualche informazione in più nel sito Dynamic Architecture.


Il Digital Pavillon dell'Expo di Barcellona 
Pareti come cascate di acqua che disegnano diverse immagini e si "aprono" automaticamente per far passare i visitatori. Il tetto è mobile, si abbassa creando spazi nuovi e completamente diversi.


Il Magnolia Stadium di Mitsura Senda a Shangai
Ispirato al fiore della Magnolia, al posto della copertura ha dei petali che si aprono e chiudono in 8 minuti.
Qualche immagine qui e qui.

Un esempio italiano storico: Villa Girasole, Mezzavilla di Marcenvisa in Veneto
Costruita nel 1935 su progetto di Angelo Invernizzi, era in grado di girare per 360° in nove ore, mossa da un motore di una nave.
Nel sito di Arena.it una bella fotogallery che ne visualizza la struttura, la tecnologia che permetteva il movimento e alcune foto storiche della costruzione.

Walpaper Sliding House in Inghilterra
Io la trovo deliziosa: una casa di vetro, con un cappottino di legno che la riveste all'occorrenza. Maggiori informazioni nel sito The Russell House.


giovedì 26 gennaio 2012

Twitter e lo State of Union Address, #education il tag più citato (infografica)

E' sempre interessante dare un'occhiata alle dinamiche di partecipazioni politica oltreoceano. Ieri ha avuto luogo lo State of the Union Address (#SOTU su Twitter), l'evento di presentazione del programma di lavoro da parte della Casa Bianca, e come da "tradizione" i social media hanno avuto un posto di rilievo. È stato organizzato un tweetup, indicando alcuni hashtag corrispondenti ai concetti chiave trattati dai congressisti: #jobs, #manufacturing, #education, #fairness, #energy, come si può vedere in questo tweet ufficiale (questo il link diretto al tweet):






Alcuni dati statistici

Twitter ha rilasciato i dati ufficiali intorno a questo evento: sono stati inviati oltre 766.000 tweet riferiti all'evento, nell'arco di poco più di un'ora e mezza. Il tag più citato è stato #education, mentre altre parole chiave sono nate spontaneamente dalla twittersfera, tra cui (prevedibilmente) #taxes, #defence, #immigration. Il discorso è stato lungo e articolato, incentrato sulla necessità degli USA di risollevarsi dalla crisi con misure che incentivino l'impresa e l'occupazione. In coda all'articolo un'infografica con i dettagli sull'uso di Twitter durante il congresso.

Cosa c'entra Steve Jobs???
Una nota di colore è la citazione di Steve Jobs nel contesto della volontà di ri-creare le condizioni per cui nuovamente gli Stati Uniti siano un terreno fertile in cui i talenti possano trovare una strada per il successo e contribuire allo sviluppo del paese. Interessante il passaggio in cui dice, con un gioco di parole (voluto o meno, è evidente) sul termine jobs:
“Don’t let other countries win the race for the future. Support the same kind of research and innovation that led to the computer chip and the Internet; to new American jobs and new American industries.” . Il tema è approfondito in questo articolo su TechCrunch.
La citazione di Jobs era veramente marginale, in tutto il discorso, direi strumentale a ribadire in modo moderno che il fatto che esista il "self-men americano" non è casuale, non è tutto merito del "self-men" ma è in qualche modo un prodotto del fertile terreno americano, dove se vuoi, puoi (come ha ben intuito Obama durante le elezioni, coniando lo slogano Yes, we can).

E i cittadini?
È interessante osservare le dinamiche della discussione parallela sui vari media, tipica di Twitter. Mentre il congresso si svolge e viene trasmesso in diretta, congressisti e altri cittadini citano su Twitter parti del discorso, pongono domande, si citano a vicenda e i messaggi sono trasmessi in diretta, gli oratori interagiscono rispondendo anch'essi e riprendendo i temi più gettonati. Il classico effetto macchinetta del caffè, o virtual watercooler (boccione dell'acqua virtuale) come dicono gli americani. Nulla di strano per chi usa Twitter e forse nulla di strano per gli americani, più abituati di noi a dialogare e interagire con la politica in modo diretto. Si può forse pensare che in tutto ciò ci sia qualcosa di demagogico e forse non utile come dei veri tavoli di lavoro, ma è un meccanismo trasparente, allargato a tutti (anche a quelli che non sono presenti fisicamente, ma anche quelli lontani, seduti sul divano a casa che seguono l'evento in tv), in cui i politici si mettono in gioco sul serio: Twitter non ha censure in questo contesto, i Tweet sono pubblici e sono permanenti, e gli elettori non sono timidi nel fare le loro richieste, sottolineare i passaggi, esprimere il dissenso. Il tutto in un arco di tempo delimitato e con gli occhi della stampa su quanto viene detto. Non è questa forse la politica, non sono forse questi i banchi di prova dei candidati, ma è un tipo di dialogo che mi pare aggiunga molto al processo di avvicinamento tra cittadini e politica. Non sostituisce altre forme di dialogo, ma le integra e le rende più reali e più vicine alle persone.

E noi?
Chissà se avremo mai l'opportunita' di vedere l'effetto che fa in Italia.
Chissà.

Il tweetup
Per chi fosse interessato, nel canale Mashable di Storify è possibile consultare tutto il tweetup (questo il link).

L'infografica (tratta da questo articolo su Mashable)

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mercoledì 25 gennaio 2012

Con il potere della citazione

La citazione è uno strano animale: si nutre di internet e nel contempo lo ingrassa e lo rinforza. È un'immagine che mi è venuta in mente leggendo questo articolo sul Columbia Journalism Review sul ruolo della "condivisione" (intesa come citazione e messa in comune, non mi risulta ci sia un termine italiano realmente corrispondente a sharing) nello stravolgere i media. È un inizio di riflessione su un processo ancora evidentemente in embrione con il quale non è facile prendere le misure per chi si occupa di contenuti in modo professionale. Cionondimeno è un invito a riflettere sul potere della rete sociale di far vivere e proliferare un'idea rimbalzandola nei suoi mille canali di comunicazione, fino a far diventare singole parole delle vere bandiere, consacrando pensieri al dominio pubblico (basti pensare alla primavera araba nei social network o a Occupy Wall Street).

In ambito scientifico la citazione ha un valore persino quantificabile, si chiama Citation Index ed è un parametro che misura quanto una ricerca viene ripresa e citata nelle pubblicazioni scientifiche. È indice di qualità: se il tuo lavoro viene considerato da tanti altri, vuol dire che ha apportato qualcosa di utile e di nuovo al grande progetto di conoscere la natura.

Eppure in ambito generico si fatica a riconoscerne il valore, quasi che riprodurre (citando la fonte, altrimenti ha un altro nome...) un'idea valida sia indice di pochezza mentale, invece che un'abilita' da coltivare con cura. Ora più che mai, perché la quantità di informazioni che riempiono progressivamente l'infinito di internet è interessante solo se diventa facile ricavarne contenuti di valore e utili. E nella rete oggi il modo più efficace per far emergere dalla marea di dati specifiche informazioni è la citazione attraverso blog, tumblr, Twitter, Facebook, FriendFeed (peraltro il tutto meriterebbe una riflessione sul funzionamento dei futuri motori di ricerca, ora Google, potentissimo, fatica a individuare questa rilevanza) . Sperando che prenda vita attraverso i nostri contatti, e inizi a farsi spazio nella rete divorandone il rumore e dandogli un senso, quello delle idee che si propagano e quello del valore di una rete sociale che si consolida, e restituisce al mondo reale una nuova e arricchita, mutevole, visione di sé stesso. Quindi c'è da sperare che ad essere virali siano pensieri costruttivi. Caso mai non si fosse capito, tutto ciò è un invito a... citare responsabilmente, stante le tendenze in atto saremo sempre di più noi (la rete) a decidere quali contenuti emergeranno.


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