venerdì 24 agosto 2007

Si è sempre sulla Terra quando si va sulla Luna - 1

Ieri mi è capitato per le mani L’intelligenza collettiva di Pierre Lévy, e mi è venuta voglia di rileggerlo. Ed è stato un bene, perché, a parte l’interesse, il piacere della lettura (un testo coinvolgente, anche se talvolta ostico e forse aggressivo – ma, in fondo è logico, è un manifesto) e della riflessione, è riuscito a stupirmi, soprattutto quando girando la copertina ho realizzato che è stato scritto nel 1994! NEL 1994! – a 5 anni dalla nascita del web nei laboratori del CERN, a 4 dal primo sito “www” e quattro anni prima dell’invenzione dell’xml…
Lévy nel 1994, scriveva a proposito dell’antropologia del cyberspazio:
I singoli possono costituire, gli uni per gli altri, una sorta di enciclopedia vivente, dar vita a progetti politici, stringere amicizie, cooperazioni…”. Sento “puzza” di wikipedia, tanto per dirne una…
E in altro punto del testo:
questa nuova dimensione della comunicazione dovrebbe permetterci di condividere le nostre conoscenze e di segnalarcele reciprocamente”. E qui chi più ne ha più ne metta…
Il primo ricordo che ho di condivisione di materiali per l’uso della rete è del 1996, ed erano ore di attesa per collegarmi da Torino ad un server a Bari per “pescare” delle sequenze di DNA nella banca genetica, e l’aspetto della rete per me era uno schermo nero con delle righe di testo bianche (e devo dire che era emozionante lo stesso, ma questo è un altro discorso). E per mandare le sequenze di DNA che avevi scoperto… beh, c’era qualcuno che le digitava una volta che il tuo fax era arrivato a destinazione (ebbene sì, all’inizio funzionava così…)… C’era molto di più in circolazione, ma praticamente nessuno lo usava, possiamo dire che era una gigantesca accozzaglia non organizzata di informazioni statiche, con qualche strumento (email, istant messanging, ma non di certo quello di oggi…) – mi fermo qui, prima che qualcuno possa pensare che nella prossima riga possa scrivere “e poi guardando dalla finestra, qui fuori era tutto un prato, dove i bambini correvano felici…”

Perciò, senza tradire lo spirito di leggerezza dichiarato all’apertura di questo mio blog, ho deciso che nei prossimi giorni dedicherò alcuni post, come spunti di riflessione, ad alcuni concetti espressi in questo libro che per qualche motivo mi hanno colpito – niente a che vedere con un trattato sull’argomento (per capire che cosa teorizzava Lèvi nel libro, bisogna leggerlo - e poi ancora… ), giusto per farli depositare. E comunque a piccole dosi, magari non tutti di seguito.

Si è sempre sulla Terra quando si va sulla Luna, ovviamente è una citazione dal libro.

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