lunedì 28 maggio 2007

Arte plurale

Non potevo mancare questa segnalazione: tavola rotonda "Singolare e plurale", il progetto di un'arte condivisa e sensibile, a cura di Tea Taramino. Uno dei pochi luoghi sinceri dove questi concetti trovano una forma concreta. Dove: Teatro Nuovo, c.so Massimo D'Azeglio, 7 Torino. Quando: 31 maggio 2007, 18-20.
Nell'invito Tea mi segnala questo link, che credo vada la pena di condividere (le prime immagini della mostra): http://picasaweb.google.it/fulviocolangelo

Chi:
Giovanni Cordero critico d’arte, Funzionario Direttivo della Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico del Piemonte per l’Arte Contemporanea, per il Ministero dei Beni Culturali
Guido Curto critico d’arte, Direttore dell’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino
Francesco De Biase Dirigente del Settore Arti Visive della Divisione Servizi Culturali del Comune di Torino
Piero Gilardi artista, ideatore del Parco d’Arte Vivente di Torino
Massimo Melotti critico d’arte, docente presso l’Accademia delle Belle Arti di Torino e Scienza delle Comunicazioni dell’Università di Torino
Valeria Minucciani docente di principi di allestimento e museografia, Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino
Angelo Mistrangelo critico d’arte, giornalista de La Stampa
Ivana Mulaterocritico d’arte, curatrice dell’Art Program del Parco d’Arte Vivente di Torino

Volta la rana, la rana di Volta: c'era una volta un maniFESTo

Volta la rana, la rana di Volta. Uno stupido gioco di parole, per introdurre un argomento che di parole ne richiederebbe tante e nessuna, poiché si parla di fatti e i fatti parlano da se.
Ma facciamo un passo indietro. Un gruppo di anfibi, con gambe, braccia e talvolta persino occhiali, metamorfici e talvolta anche un pò bislacchi, da animali di laboratorio la metamorfosi li ha trasformati invece che in rane, in una figura ancora più ibrida, comunicatori della scienza e scienziati con balzane idee. Nel mentre un risveglio (o una visione? chi mai potrà dire se certe idee nascono nel sonno o nella veglia... come minimo almeno un pò bisogna aver bevuto - e non l'acqua dello stagno, o forse sì... boh, bisognerebbe provare ma lascio fare....): la scienza è un bene comune, ma la scienza è improvvisamente distante da tutti nei suoi processi e nei suoi fini (anche dagli scienziati: biologi che guardano con sospetto i fisici, fisici che guardano con sospetto i biotecnologi, tutti che guardano con molto sospetto i chimici). Ora basta, è il caso di saltare addosso al problema e districarlo. E così si riuniscono, gracchiano un pò, e poi scribacchiano un manifesto che è un punto di inizio (un punto d'inizio alquanto impegnativo). Alcune parole - parole forti - per ritrovarsi e partire con i fatti. Presentato a FEST, ora è un punto d'inizio da cui non si può più prescindere. Forse ho scritto troppe parole.
Essia, qui il manifesto, con le adesioni raccolte finora. A presto con gli aggiornamenti.

MANIFESTO
Siamo un gruppo di ricercatori e comunicatori della scienza che unisce alla pratica quotidiana del proprio lavoro un’attenta riflessione teorica sulle implicazioni economiche e culturali e sulle politiche di gestione dello sviluppo scientifico e tecnologico, nella convinzione che i rapporti tra scienza e società siano oggi un elemento cruciale per interpretare il mondo in cui viviamo. Invochiamo il pieno riconoscimento delle esperienze e delle competenze maturate sul campo nell’ambito della comunicazione della scienza e degli studi sui rapporti fra scienza e società, che riteniamo essere parte integrante e necessaria per la formazione professionale dei comunicatori e dei ricercatori.
Sosteniamo il valore sociale, etico e politico delle pratiche partecipative ai processi decisionali che indirizzano lo sviluppo della scienza e della tecnologia. Siamo convinti che il rapporto tra scienza e società sia fertile solo con l’inclusione di tutti i saperi, siano essi esperti o profani. Per questo riteniamo necessaria la libera circolazione delle conoscenze e la loro riappropriazione da parte di ogni possibile fruitore.
Intendiamo favorire la creazione di un’alleanza, basata sul reciproco riconoscimento, fra scienziati e cittadini, per impedire che le scelte rilevanti sullo sviluppo della scienza e della tecnologia siano lasciate alla sola ragione economica o all’autoreferenzialità della classe politica e accademica. Perché ciò sia possibile, riteniamo necessaria la creazione di iniziative e luoghi dedicati a facilitare il dialogo tra scienziati e cittadini, sostenuti da investimenti pubblici: non si può affidare al solo privato un ruolo fondamentale di garanzia democratica.
Osteggiamo il ricorso sistematico a forme decisionali elitarie o monolitiche che soffocano la partecipazione dei cittadini; la privatizzazione del sapere, che ostacola la produzione di nuove conoscenze e il loro libero accesso; ogni forma di precarietà, che mortifica le professionalità e limita il confronto fra le diverse anime della società che producono, finanziano e comunicano la ricerca scientifica.
Chiediamo dunque che sia riconosciuto e valorizzato il ruolo di quelle nuove figure professionali “anfibie”, provenienti dal mondo della comunicazione e della ricerca, che attraverso il loro operato quotidiano, favorendo l’apertura di nuovi canali di dialogo fra scienza e società, sono chiamate a porre le basi di una cittadinanza scientifica su cui possa sorgere una società della conoscenza che noi vogliamo equa, aperta e democratica.

Hanno aderito ad oggi
Angelo Adamo, Luigi Amodio, Alice Andreoli, Marta Annunziata, Silvana Barbacci, Luca Tancredi Barone, Andrea Bernagozzi, Michela Bertolani, Claudia Bianchi, Giulia Bianconi, Denis Bilotta, Nunzia Bonifati, Massimiliano Borgogna, Luca Borsato, Vojko Bratina, Giancarlo Brunelli, Annalisa Bugini, Andrea Capocci, Mauro Capocci, Luca Caridà, Laura Casiraghi, Yurij Castelfranchi, Paola Catapano, Chiara Ceci, Luciano Celi, Danilo Cinti, Chiara Cipollina, Daniela Cipolloni, Stefania Coluccia, Tullia Costa, Adalberto Costessi, Sabrina Dardano, Cristina D’Addato, Marika De Acetis, Francesco Paolo de Ceglia, Giulia de Martini, Valeria delle Cave, Riccarda d’Onofrio, Alessandro Delfanti, Flora Di Martino, Martha Fabbri, Michele Fabbri, Enrica Favaro, Emiliano Feresin, Elisa Frisaldi, Maria Teresa Gallo, Licia Gambarelli, Daniele Gouthier, Pietro Greco, Elena Guerra, Francesca Iannelli, Elena Joli, Sebastania Lai, Simona Lambertini, Leonardo Lauciello, Lisa Lazzarato, Francesco Lescai, Davide Ludovisi, Simone Maccaferri, Francesca Magni, Andrea Mameli, Manuela Mantelli, Roberto Manzocco, Federica Manzoli, Valeria Mapelli, Raffaella Marconi, Angelo Mastroianni, Beatrice Mautino, Matteo Merzagora, Tiziana Moriconi, Valentina Murelli, Vincenzo Napolano, Nicola Nosengo, Demis Paolucci, Gianfilippo Parenti, Maurizio Pellegrino, Ilenia Picardi, Massimo Pietroni, Rosaria Piga, Nico Pitrelli, Angelo Poma, Matteo Pompili, Ignazio Porceddu, Gianluca Presta, Luca Pretti, Donato Ramani, Simona Regina, Francesca Riccioni, Walter Riva, Doriana Rodino, Francesca Rosati, Andrea Salemme, Stefano Sandrelli, Mauro Scanu, Tommaso Scarpa, Luca Sciortino, Luca Simeone, Angela Simone, Marina Semiglia, Fabrizio Soddu, Davide Staffetta, Giancarlo Sturloni, Antonella Testa, Elisabetta Tola, Andrea Vico, Sabina Viezzoli, Erica Villa, Laura Viviani, Alessandro Zampieri, Silvano Zipoli Caiani

sabato 19 maggio 2007

Art Biotech


Nei giorni scorsi è uscito Art Biotech, a cura di Jens Hauser, giovanissimo critico d'arte e curatore di mostre molto attento (e affascinato, come si evince dopo poche parole scambiate con lui) a questo tipo di filone artistico. Il libro tratta di conigli verdi, di introspezioni molecolari e di tutto ciò che l'arte biotech ci ha proposto, per riflettere e per estendere i nostri pensieri, in questi anni (anche alcune cose a dir poco discutibili, ma stiamo parlando di arte, potrebbe essere inevitabile?). Con una profonda distinzione di fondo: tra ciò che è arte biotech e ciò che si finge ma non lo è. Lo è se è sperimentale, concreta, vissuta, modificatoria; non lo è se simulata, mediata, descritta. E' interessante questo dialogo, che riporta alla luce temi molto cari a tanti filoni di questo periodo, che delineano un quadro culturale interessante, dove ciò che è innovativo è necessariamente partecipativo. Rivoluzionario quanto la scoperta dell'acqua calda! ma serve, serve, serve...

L'introduzione è di Pier Luigi Capucci e di Franco Torriani
Riporto qui i titoli, che danno un'idea molto chiara degli argomenti trattati:

Jens Hauser- La biotecnologia nell'arte – Incubo dei tassonomi
Vilhelm Flusser - Cani Blu
Jens Hauser - Geni, ingegneria, disagi
Oron Catts, Jonah Zurr, Guy Ben-Ary - Che cosa/Chi sono gli esseri semi-viventi creati da Tissue Culture & Art
Eduardo Kac - Trasformazioni del vivente – mutazione dell’arte
George Gessert - Note sull’arte della selezione vegetale
Marion Laval-Jeantet di Art Orienté objet - -Le colture di pelle degli artisti
Joe Davies - L’origine del mondo
Marta de Menezes - Il laboratorio come atelier dell’artista
Chrissy Conant - Il Caviale di Chrissy®
Brandon Ballengee - Recupero di una specie attraverso un’evoluzione genetica non lineare
Adam Zaretsky, Julia Reodica -Workhorse Zoo
Polona Tratnik - 37° C – Dall’interno di un essere umano alla sottile linea della vita appesa a un filo
Jun Takita - Bioluminescenze
Yves Michaud - Arti e biotecnologie
Richard Hoppe-Sailer - Organismi/Arte – Le radici storiche dell’arte biotecnologica

giovedì 10 maggio 2007

scusi, dov'è Frittole?

trovo affascinanti le cartine, i mappamondi, le mappe stradali, forse perché mi piace viaggiare o forse perché mi affascina immaginare quante persone, quanta vita diversa, quante situazioni sono occorse nel passare del tempo in uno stesso punto, geograficamente ben definito e costante, con buona tolleranza, da sempre per quel che riguarda la presenza dell'uomo sulla terra, che invece è cambiato profondamente sotto molti aspetti, portandosi con se l'eredità dei posti in cui ha vissuto, nel proprio DNA e nella propria cultura, ereditaria anch'essa.
Ma le cartine oltre ad affascinare le persone, pare abbiano anche una funzione: così sul web spopolano le applicazioni più incredibili, spesso collegate al colosso google map. Su Flikr puoi indicare il punto preciso sulla mappa dove hai scattato una foto (ma... preciso preciso!!!!), con pochi click puoi, oltre a calcolare il percorso, visualizzare palazzi, strade come appaiono dall'alto (sistema mooolto utile, soprattutto per persone come me che quando camminano e dovrebbero "contare" le vie non lo fanno, e senza punti di riferimento, sono perse). Purtroppo non riesco più a trovarla, ma ero incappata qualche giorno fa in un sistema di navigazione su ripresa dall'alto, in un sistema gigantesco in touchscreen. Praticamente, ingrandisci qui e la, e alla fine ti ritrovi dentro la via in cui sei... un pò impressiona, per quanto sembri banale, forse è meglio provare.
Al di là di queste manie osservative mie, ho trovato in rete diversi link curiosi, per trovare i pub in una determinata zona che praticano l'after hour (Happy Hour: mappyhour.nerl.net), per leggere i titoli delle notizie delle riviste locali facendo un clic su un punto di interesse sulla mappa (Newsmap: muti.co.za/static/newsmap.html) e così via (non voglio togliere il gusto alla ricerca che può essere davvero infinita...).
Questo rivoluziona un pò il mio modo di vedere le mappe, invece di farmi sovvenire concetti di continuità nel tempo, di storia, mi fa venire in mente la rapidità del mondo in cui viviamo, legato a piccoli fatti e piccole necessità di informazione specifica e ...mappata. La tecnica è vecchia, è un pò quella dei nostri antichissimi (ormai) Tuttocittà, ma le potenzialità sono così tante, che la differenza è molto più che consistente!