mercoledì 31 gennaio 2007

un cartellone su cinque sarà uno di noi

Torino, anno 2007. Tour dei cartelloni pubblicitari, lungo i corsi e intorno ad alcuni slarghi.

Ormai i torinesi non ci fanno più caso, questa storia va avanti da dieci anni. La pubblicità cartellonistica di rinomate agenzie di pompe funebri, impera ovunque, con lievi inflessioni durante il Natale, la Pasqua e le elezioni. Oggi ne ho visto alcune nuove: evidentemente è partita la nuova campagna pubblicitaria.

Ora, possibile che non ci sia nessuno in grado di far concorrenza per gli spazi pubblicitari a queste rinomate agenzie?

Ho l'impressione che l'immagine della città ne risenta. Ma, magari, sono pregiudizi personali.

domenica 28 gennaio 2007

quanto è lungo quel treno...

vi è mai capitati di percorrere chilometri e chilometri per ore ed ore e poi trovarvi davanti ad un passaggio livello, nel mezzo del nulla, fermi a guardare un treno che passa e sembra non passare mai.
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se arrivi che il treno è in corsa non sai nemmeno cosa c'è oltre.
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Dopo un pò te lo dimentichi. e quando scompare, è quasi strano.
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magari capita che oltre, chissà, ironia della sorte, c'è un baobab e tu neanche lo sai...
(c'è da rifletterci, non troppo però... giusto il tempo di 50 vagoni ed una locomotiva)

sabato 27 gennaio 2007

giornalisti vs scienziati

prendi una manciata di scienziati e buttali in pasto ad un'orda di giornalisti... Si è sentito anche questo: oggi, un'idea in cantiere da parecchi mesi, finalmente tradotta in realtà. I racconti della scienza, prima puntata: workshop:dai fatti di cronaca ai case study scientifici. Quattro ricercatori/esperti in scienze agroalimentari e biotecnologie hanno partecipato ad un workshop in cui abbiamo chiesto loro di illustrare brevemente (in tre slide - ma tutti sono arrivati almeno a sei...) il loro lavoro a poco più di una ventina di giornalisti/comunicatori. Quindi, sono stati formati dei gruppi per interessi, per parlare in modo informale di scienza.
L'obiettivo: conoscersi, creare relazioni, impostare un nuovo format per l'aggiornamento (reciproco).
Personalmente sono molto soddisfatta, i ricercatori non sono stati sbranati (mi spiace per chi ci contava) e i giornalisti suggeriscono nelle schede di valutazione finale: ripetere, ripetere, ripetere...
Al di là di questo è quello che non so raccontare ora con le parole: qualcosa che ha a che fare con il benessere dell'essere a casa propria.
Grazie a tutti, per la disponibilità e per averci creduto.
Complimenti a tutti, per aver dimostrato che non solo si può fare, ma che è bello.

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link dal blog di Vittorio Pasteris

giovedì 25 gennaio 2007

il ritorno del baobab (d'altronde fa caldo)

PLINK! L'anello le era caduto proprio vicino a un foglio di carta. Pensava al quadro. "Il baobab*" Sparito con suo marito proprio quel mattino. Lesse il foglietto "I rami dell'albero sembrava unire terra e cielo". Messaggio enigmatico. Amava i rebus, il disgraziato. In realtà, tutta la sua vita era stata una sciarada. Ma cosa voleva dire? terra e cielo, terra e ciele, rami e albero, terra e cielo... in aereo! se ne era andato in aereo... per andare lontano. E con il quadro originale.
Almeno così pensava...

*l'avevo detto che era in viaggio, ma che era anche già tornato...

mercoledì 24 gennaio 2007

tutti insieme allegramente

Non è ancora tempo di Baobab, lo sarà domani: dicono che è finita la primavera*, arriva il freddo, così per oggi è ancora in viaggio verso climi più caldi. Domani, forse, arriverà.

Intanto ho scoperto che allo IET di Birmingham scienziati, ingegneri e artisti lavorano insieme: un team in grado di approcciare i problemi da punti di vista diversi. Pare che, a forza di cambiare il punto di vista, dei problemi si svelino il punto debole. Interessante due volte: primo, perché sembra funzionare (e visto che i problemi non mancano mai, qualche soluzione in più non guasta), secondo perché, se questo è vero, mette in luce, a mio avviso, il valore dell'essere tutti un pò diversi. Non è banale: per anni ci hanno detto che si doveva essere tutti uguali, conformi ad uno standard e che la vita è a compartimenti stagni. Invece no, nella diversità la ricchezza della specie umana, nella "contaminazione" la risposta a molti problemi. Bello.

(* con 25°C mi rifiuto di chiamarlo inverno...)

le universiadi non si curano

Torino, in fondo, è un gran paesone. Stasera in p.za Vittorio Veneto c'erano i Gothan Project, con la gente che ballava il tango sotto i portici e quelli che si incontravano, a grappoli, sotto la "P", perché di P in p.za Vittorio ce n'è una sola, un fiume di incroci e di ciao, che quasi la musica sembra solo il sottofondo.
Che ci siano le Universiadi, invece, è un pò meno chiaro (anche se difficile non notare i totem giallo acido fluorescente...) e qualcuno rimpiange anche Neve e Gliz, soppiantati nelle rotonde da un animale alquanto bizzarro... Di sicuro, qualcuno si è tranquillizzato, quando ha visto che, nonostante sui giornali apparisse spesso di fianco a notizie sulle pandemie influenzali, con le universiadi si può convivere serenamente...

lunedì 22 gennaio 2007

nebbia in val padana calmi gli altri mari

Voci sull'autobus: "anche noi abbiamo visto degli animali nel parco della Mandria in questi giorni, ben due ciclidi ed erano proprio sulla strada davanti a noi, non sono nemmeno scappati, ci guardavano con certi occhioni!"
Ora, il mio baobab sarà pure fuori post(o) , ma qui siamo davanti ad un vero enigma dell'evoluzione. Ma questi "ciclidi" avranno avuto le ruote o le corna?

A proposito di baobab: par che abbia cambiato storia... può darsi che forse domani se ne parli...

la leggenda che s'impone

"I rami dell'albero sembravano unire terra e cielo". Sembrava millenario il vecchio cherokee mentre diceva queste parole. Intorno al grande fuoco iniziarono le danze, tanti corpi contro lo sfondo luminoso.
Le ombre si erano intrecciate a ricordare quasi la leggenda.
Quante lune erano passate? Aveva lasciato il villaggio ancora ragazzo, cercava il senso della sua vita. Aveva camminato sul tepore delle rocce, dopo lo spuntare del solo, tra gli odori inebrianti delle piante del deserto e lungo gli argini dei rigagnoli, affondando i piedi nel fango, ma nulla lo aveva soddisfatto.
Seduto su una roccia, lo sguardo si perse tra i rami davanti alla luna. La maestosa pace della leggenda lo investì.

(nota: qualcuno potrebbe obiettare che i baobab con i cherokee c'entrino come i cavoli a merenda, ma siccome io non ho alcun pregiudizio verso i cavoli a merenda, nelle mie storie ci metto le piante che voglio...)

land art bio art l'art es partout

"l'art es partout" alla Villette, in Francia, l'Europa dice che la scienza è in società (umana, non per azioni) e il postumanesimo ci pone di fronte a un modo diverso di guardaci allo specchio. O nello specchio, o con lo specchio.
Ieri al convegno "Dalla Land Art alla Bioart" (GAM, Torino), qualche piccola radice del parco d'arte vivente. Il nuovo avanza, rapidamente. E il nuovo parla di condivisione, di processi collettivi, di creazione di una nuova coscienza sociale. Non male, no?

Però siccome qui, di leggerezza, sempre si parla, qualcuno, l'ho sentito, ha nominato baobab. E quando si parla di baobab, la leggenda s'impone, al prossimo post...

domenica 21 gennaio 2007

il gatto che rincorre il gomitolo...

Il gomitolo gira, gira, gira, gira, il gatto corre, corre, corre, sbanda, ..., corre. Gira l'angolo, restano solo più suoni sornioni per orecchie tese.
Innauguro il mio blog con quest'immagine leggera perché leggeri saranno i pensieri impressi con le parole dei miei post.
Ho pensato che forse un acquario con piccoli pesci sarebbe stato più adeguato, ma poi se il gatto mi mangiava i pesci? Sono sicura che è un gatto all'antica, rispetta queste tradizioni.
E allora vada per il gatto, e per i pensieri leggeri, o erano le parole?
Houston, abbiamo un problema.
Non ho un gatto.
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Peccato, l'idea mi piaceva. Quella dei gatti, leggeri, ovviamente.